Cappella di Santa Maria di Vespiolla

  • Itinerario Canavese e Valle d'Aosta-Via Francigena FOR ALL
  • Chiese a porte aperte
Visitabile

Cappella di Santa Maria di Vespiolla

Strada Provinciale di Campo, 1, 10080, Baldissero Canavese, TO
09:00-18:00

Servizi

  • Accessibilità sensoriale
  • Apribile con applicazione
  • Narrazione automatizzata

Caratteristiche

  • Cicli affrescati

Descrizione

La pieve di Santa Maria di Vespiolla è molto antica. La sua presenza è attestata in un documento del 1122, quando era il centro di una circoscrizione territoriale e religiosa con alle dipendenze altre chiese e cappelle. L’area sulla quale è stata edificata era utilizzata ben prima dell’anno mille, come rivelato dal ritrovamento di alcune lapidi romane.
Al suo interno alzando gli occhi verso il centro dell’arco santo, si possono ammirare la scena dell’Annunciazione, l’annunzio dell’angelo Gabriele a Maria circa la nascita del Messia
L’Angelo ha in mano un cartiglio con le parole iniziali dell’”Ave Maria” e la figura della Vergine è collocata all’interno di una elegante architettura in prospettiva, che rivela un’influenza artistica fiamminga.
Le scene dell’arco santo si completano con l’affettuosa rappresentazione di Maria che allatta il Bimbo in fasce. Si tratta di un’iconografia comunemente chiamata Madonna del latte, che risale ai primi secoli del cristianesimo e che rende Maria reale e umana. Il latte di Maria diviene anche segno e pegno delle grazie che ella ottiene da Cristo per gli uomini, in un suggestivo parallelismo tra il sangue e il latte, tra le piaghe del Figlio e il seno della Madre.
Oltre all’arco santo, della costruzione romanica, resta oggi solo l’abside rettangolare. Le restanti parti della chiesa sono state rifatte verso la metà del 1700, quando, per salvare gli affreschi dell’abside, si decise di recuperare l’edificio ormai in pesante stato di degrado architettonico. Il portichetto che precede l’ingresso è costruzione recente.
La critica è concorde nell’accostare le soluzioni pittoriche adottate alla bottega del pittore Giacomino di Ivrea, artista attivo tra il 1426 ed il 1469 e molto impegnato nell’area canavesana, valdostana e della Savoia.
Seguendo una diffusissima iconologia di origine romanica, al centro del catino dell’abside troviamo la figura del Pantocratore, posto nella mandorla o gloria, un’aureola particolare che prende tutto il corpo del Cristo a significare che egli è il Tuttosanto.
Ai suoi lati potete vedere la rappresentazione simbolica dei quattro evangelisti che prende il nome di Tetramorfo, dal greco “tetra”, quattro e “morphé”, forma.
Più in basso, sulla superficie interna dell’abside di forma irregolarmente semicircolare, è raffigurata la teoria dei dodici Apostoli. I volti e le pose appaiono abbastanza semplici, ma desidero attirare le vostra attenzione su alcuni particolari degli Apostoli rappresentati.
San Pietro, fondatore insieme a san Paolo della Roma cristiana e testimone con il martirio la sua fedeltà a Cristo viene rappresentato con la classica tonsura. Una curiosità: dal sorriso bonario spiccano due piccoli dentini.
San Giacomo Maggiore, caratterizzato dal viso irsuto e dalla scherzosa ed ammiccante posa della mano atta a sollevare a mo’ di saluto il cappello del pellegrino. La raffigurazione nei tratti ispidi e un poco assenti fanno pensare a un vigoroso lavoratore dei campi
Potete riconoscere anche san Bartolomeo che secondo la tradizione, dopo la resurrezione di Gesù, andò a predicare in Oriente, dall’Asia Minore all’India. Morì in Armenia, scorticato vivo. Lo vedete raffigurato come un giovane barbuto, dai capelli ricci che mostra, accanto al libro, il coltello. Il coltello e la pelle, appoggiata al corpo, richiamavano il martirio del Santo così da renderlo facilmente riconoscibile.
Inoltre nell’affresco, che risale alla fine del 1400, è raffigurato il beato Bernardo di Baden, un principe tedesco del 1400. con il capo incorniciato da raggi di luce e non da una vera e propria aureola, perché la mia canonizzazione ufficiale avvenne solo a partire dal 1700.

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