La cappella, dedicata a San Biagio Vescovo e a San Pietro, svetta tra i dedali di stretti vicoli della borgata Deveys di Exilles. La sua costruzione può essere datata almeno alla seconda metà del XV secolo; essa ha subito nel corso del tempo numerosi interventi di manutenzione e restauro, l’ultimo dei quali, nel 2009, ha ricompreso il recupero dei cicli affrescati presenti all’interno dell’edificio. La cappella presenta esternamente semplici pareti intonacate coperte da un tetto in lose a due falde; il campanile si innesta sul lato destro della facciata. All’interno la struttura è costituita da un’unica navata voltata a botte terminante in una stretta abside quadrangolare e munita di tribuna lignea in controfacciata. La parete di fondo è decorata dal retablo barocco, intagliato e dipinto, al centro del quale è posta la tela raffigurante la Madonna col Bambino tra i santi Biagio e Pietro Apostolo. Lungo la parete meridionale dell’aula sono stati riportati alla luce quattro riquadri affrescati, resti di un più vasto ciclo affrescato dedicato alle scene della vita di San Biagio. Le scene superstiti si dipanano ai lati e negli sguanci di una finestrella: da sinistra a destra si riconoscono un San Sebastiano trafitto dalle frecce, la Madonna col Bambino, Santa Lucia, Santa Margherita. La scena del martirio di San Sebastiano presenta il santo trafitto da sette frecce e rivestito del solo perizoma, legato ad un albero frondoso che si staglia su un muro dal colore rosato. Lo sfondo blu intenso sfuma, sulla linea dell’orizzonte, verso un bianco vivido. Alla destra del San Sebastiano, nello sguancio della finestra, è presente la Madonna col Bambino, dove alla statica ieraticità della Vergine si contrappone la vivacità del Bambino che tiene nella mano destra un uccellino, simbolo della passione. Contrapposta a questa immagine, nello sguancio destro, è presente la figura di Santa Lucia con i suoi attributi: gli occhi nel piatto e la spada del martirio. Da ultimo, è visibile sulla destra la figura di Santa Margherita in preghiera nell’atto di uscire dal ventre del drago. L’anonimo frescante che realizzò i cicli della cappella del Deveys è avvicinato, per motivi stilistici, al cosiddetto Maestro di Savoulx, attivo in alta Valle di Susa nei primi due decenni del Cinquecento.


