La costruzione della cappella di San Rocco si riconduce al XV secolo. Sorge su un poggio da cui è possibile ammirare campi seminati e ben coltivati. Sulla destra si scorgono la valle Bormida, Prunetto, Levice, Bergolo e persino la punta del Monte Rosa. Sulla sinistra le colline che costeggiano il Belbo, la valle di Murazzano e sullo sfondo il Monviso.
Nel corso dei secoli San Rocco è stata oggetto di diverse riplasmazioni ed è stata utilizzata più volte come lazzeretto.
L’esterno semplice con struttura porticata antistante nasconde uno scrigno di affreschi, opera di Antonino Occello da Ceva. Pittore di area monregalese nato ad inizio Cinquecento, proviene da una nobile casata che annovera altri frescanti.
Sulla parete absidale alcuni dei santi prediletti nelle Langhe incorniciano l’altare: Sant’Antonio abate ai cui piedi si trova un cinghiale in miniatura, San Michele Arcangelo, San Bernardo d’Aosta, San Rocco, dedicatario della cappella, e San Sebastiano.
La parete destra, integralmente coperta da affreschi, è articolata in tre registri: in quello in alto, è raffigurato il Martirio di san Sebastiano posto sullo sfondo di un paesaggio collinare che ricorda quello delle Langhe. In quello mediano, organizzato in quattro scene, vi sono la Trinità, Le tentazioni di sant’Antonio Abate, Il miracolo di santo Domingo della Calzata; un santo non identificato con in mano un mazzo di frecce. In basso infine è esemplata la Cavalcata dei Vizi, ovvero la raffigurazione dei sette vizi capitali, incarnati da personaggi che cavalcano animali simbolici.


